02 settembre 2019 Pubblicato su Nature uno studio che aiuta a capire le incertezze degli scenari climatici futuri. Tra gli autori ricercatori Unimore
Le proiezioni sul clima futuro della regione mediterranea afflitta da un progressivo inaridimento, probabilmente collegato al riscaldamento globale, sono caratterizzate da ampie incertezze, soprattutto per quanto riguarda landamento delle precipitazioni, da cui dipende la disponibilità idrica e la qualità della vita di oltre 450 milioni di persone. Appare ormai in modo sempre più evidente che per prevedere i possibili scenari futuri è indispensabile conoscere con il massimo dettaglio il clima del passato e capire il funzionamento del sistema climatico.
Il team scientifico internazionale SCOPSCO (Scientific COllaboration on Past Speciation Conditions in lake Ohrid), di cui fanno parte la prof.ssa Anna Maria Mercuri e la dott.ssa Paola Torri del Dipartimento di Scienze della Vita di Unimore, ha pubblicato in questi giorni sulla rivista Nature i risultati di uno studio paleoambientale del Lago di Ocrida, uno splendido bacino al confine tra Albania e Macedonia del Nord. Ocrida (Ohrid in inglese) è famoso per la sua eccezionale biodiversità che conta oltre 300 specie animali e vegetali endemiche, cioè native di questo luogo particolare, un archivio naturale ricco di informazioni preziose sulla storia climatica del Mediterraneo.